Un'app per il tablet della Apple si sincronizza con le puntate della famosa serie tv per dare all'utente contenuti supplementari in tempo reale e stimolare l'interazione. E' questo il futuro della tv?
Meredith deve fare l'operazione o no? In questa casa chi ha già abitato? Lo sapevi che Patrick Dempsey è uno degli attori più pagati? Lo spettatore è sul divano davanti alla tv e in mano ha l'iPad. Guarda il grande schermo davanti a sé e ogni tanto tocca quello del tablet. Ma senza veramente distrarsi, perché i due display fanno gioco di squadra.
Già, per la prima volta il computer e la televisione hanno deposto l'ascia di guerra. Dopo essere stati per anni nemici che si contendevano l'attenzione degli spettatori-utenti, oggi hanno trovato assieme un modus vivendi. A compiere il miracolo è stata Grey's Anatomy la serie tv americana trasmessa dalla ABC e giunta ormai alla settima stagione, che ha deciso di sfruttare al meglio le potenzialità del più mediatico dei computer: l'iPad della Apple.
Dall'inizio di febbraio i fan della serie che ha per protagonisti un gruppo di dottori e di specializzandi di Seattle possono scaricare sul proprio tablet una app per interagire in tempo reale (ma solo negli Usa) con la puntata in onda. Il programmino, realizzato dall'agenzia di monitoraggio del traffico Internet Nielsen, funziona grazie alla stessa tecnologia usata per la rilevazione dei dati di ascolto televisivo. Tramite il microfono dell'iPad l'applicazione è infatti in grado di cogliere dei segnali audio, non udibili dagli spettatori, inseriti nei programmi tv (in gergo audio watermarks): in questo modo riesce a sincronizzarsi con la puntata e il punto preciso della storia, mostrando i contenuti relativi.
Gli utenti possono così rispondere a quiz o sondaggi sui personaggi che in quel preciso momento sono in scena, visionare materiale di backstage, interloquire sui social media – Twitter e Facebook – con gli altri spettatori che stanno guardando l'episodio. Non è necessario che lo show sia in onda in quel momento però: l'app funziona anche con puntate registrate, anche se ovviamente verranno meno alcune funzioni, in particolare quelle di interazione sociale. In ogni caso la serie risulta potenziata, "aumentata" un po' come con i software che sulla videocamera sovrappongono informazioni sulla realtà inquadrata.
La ABC ci aveva già scommesso alcuni mesi fa, lanciando una app di questo genere per la serie tv MyGeneration, che però ha chiuso presto i battenti, e non per colpa dell'aggiunta su iPad. Ora ci riprovano con un titolo di successo, per la gioia degli inserzionisti che in questo modo possono sperimentare forme nuove ed interattive di pubblicità mirata.
Del resto i produttori televisivi stanno guardando sempre di più ai tablet come a un secondo schermo, una propaggine intelligente del vecchio scatolotto che, pur avendo dismesso il tubo catodico, presuppone sempre un atteggiamento passivo da parte dell'utente. La serie televisiva poi sembra prestarsi particolarmente bene a quest'operazione, grazie a un pubblico fedele e costante nel tempo, spesso goloso di informazioni aggiuntive e anticipazioni nonché preparatissimo su trama e personaggi.
E a seconda dell'argomento del programma tv si possono immaginare forme diverse di interazione sull'iPad. In Mad Men, ad esempio, che ha per protagonisti un gruppo di pubblicitari newyorchesi degli anni '60, si potrebbe chiedere agli utenti di inventarsi degli slogan per le campagne di advertising. Mentre in Lost, l'epopea dei naufraghi finiti sull'isola più misteriosa della storia, starebbe bene una gara con cui premiare gli spettatori più perspicaci in grado di capire cosa sta succedendo in una data puntata, o quali saranno gli sviluppi. Ve lo immaginate poi il dibattito in tempo reale con gli altri utenti sul fumo nero? Roba da far andare in tilt anche il tablet di Steve Jobs.
Già, per la prima volta il computer e la televisione hanno deposto l'ascia di guerra. Dopo essere stati per anni nemici che si contendevano l'attenzione degli spettatori-utenti, oggi hanno trovato assieme un modus vivendi. A compiere il miracolo è stata Grey's Anatomy la serie tv americana trasmessa dalla ABC e giunta ormai alla settima stagione, che ha deciso di sfruttare al meglio le potenzialità del più mediatico dei computer: l'iPad della Apple.
Dall'inizio di febbraio i fan della serie che ha per protagonisti un gruppo di dottori e di specializzandi di Seattle possono scaricare sul proprio tablet una app per interagire in tempo reale (ma solo negli Usa) con la puntata in onda. Il programmino, realizzato dall'agenzia di monitoraggio del traffico Internet Nielsen, funziona grazie alla stessa tecnologia usata per la rilevazione dei dati di ascolto televisivo. Tramite il microfono dell'iPad l'applicazione è infatti in grado di cogliere dei segnali audio, non udibili dagli spettatori, inseriti nei programmi tv (in gergo audio watermarks): in questo modo riesce a sincronizzarsi con la puntata e il punto preciso della storia, mostrando i contenuti relativi.
Gli utenti possono così rispondere a quiz o sondaggi sui personaggi che in quel preciso momento sono in scena, visionare materiale di backstage, interloquire sui social media – Twitter e Facebook – con gli altri spettatori che stanno guardando l'episodio. Non è necessario che lo show sia in onda in quel momento però: l'app funziona anche con puntate registrate, anche se ovviamente verranno meno alcune funzioni, in particolare quelle di interazione sociale. In ogni caso la serie risulta potenziata, "aumentata" un po' come con i software che sulla videocamera sovrappongono informazioni sulla realtà inquadrata.
La ABC ci aveva già scommesso alcuni mesi fa, lanciando una app di questo genere per la serie tv MyGeneration, che però ha chiuso presto i battenti, e non per colpa dell'aggiunta su iPad. Ora ci riprovano con un titolo di successo, per la gioia degli inserzionisti che in questo modo possono sperimentare forme nuove ed interattive di pubblicità mirata.
Del resto i produttori televisivi stanno guardando sempre di più ai tablet come a un secondo schermo, una propaggine intelligente del vecchio scatolotto che, pur avendo dismesso il tubo catodico, presuppone sempre un atteggiamento passivo da parte dell'utente. La serie televisiva poi sembra prestarsi particolarmente bene a quest'operazione, grazie a un pubblico fedele e costante nel tempo, spesso goloso di informazioni aggiuntive e anticipazioni nonché preparatissimo su trama e personaggi.
E a seconda dell'argomento del programma tv si possono immaginare forme diverse di interazione sull'iPad. In Mad Men, ad esempio, che ha per protagonisti un gruppo di pubblicitari newyorchesi degli anni '60, si potrebbe chiedere agli utenti di inventarsi degli slogan per le campagne di advertising. Mentre in Lost, l'epopea dei naufraghi finiti sull'isola più misteriosa della storia, starebbe bene una gara con cui premiare gli spettatori più perspicaci in grado di capire cosa sta succedendo in una data puntata, o quali saranno gli sviluppi. Ve lo immaginate poi il dibattito in tempo reale con gli altri utenti sul fumo nero? Roba da far andare in tilt anche il tablet di Steve Jobs.
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