lunedì 30 maggio 2011

In 25mila su Facebook ricordano a Mastella che deve morire

La pagina “Ricordiamo a Clemente Mastella che ha promesso di suicidarsi” oggi è particolarmente attiva. 
C’è chi la butta sul voto di scambio (“Dai Clemente….questa volta non ci deludere. Giuro che se lo fai, ti voto!”), e chi invece pensa che sia solo necessario rinfrescargli la memoria (“magari per lo shock ha già dimenticato. ricordiameglielo in coro a intervalli regolari!!!!”). E c’è anche chi posta lo sketch di “Non ci resta che piangere”, semplicemente dedicandoglielo. E infine chi gli lascia l’onore delle armi: “Cleeeementeeeee…. scegli tu. Cappio, arma da fuoco, harakiri, criceti carnivori, “a colpi di provola”. Ti procuriamo tutto il necessaire”.

CLEMENTE MANTIENI LA PROMESSA – La pagina Facebook “Ricordiamo a Clemente Mastella che ha promesso di suicidarsi”, insomma, è la naturale risposta alla macabra promessa del politico di Ceppaloni, che aveva detto che in caso di vittoria di De Magistris si sarebbe tolto la vita, evidentemente per la disperazione. E anche se c’è chi va sul macabro o sul pesante, in generale il clima è scherzoso, tanto che c’è chi annuncia il suicidio di Mastella in diretta nella prossima trasmissione televisiva a cui parteciperà. In attesa che arrivi il prossimo De Corato di turno a strillare per l’evidente minaccia proveniente dal social network che è un viatico di violenza che lei non sa signora mia, Clemente potrebbe prendere spunto da questa ennesima riprova dell’enorme simpatia di cui gode appena fuori dalla contea campana da cui proviene, per comprendere che c’è un momento per ogni cosa. L’harakiri, per una cultura come quella giapponese, permeata di ben altro senso dell’onore. Il ritiro dalla scena politica con la presa di coscienza di non essere più necessario a una vita politica che si avvia, a quanto sembra, verso la normalità, per chi almeno vuole avere il coraggio delle proprie ridicole affermazioni.

Referendum nucleare: protesta di Greenpeace allo stadio Olimpico

Due squadre a confronto, Palermo ed Inter, per aggiudicarsi il trofeo nell'anno del 150esimo anniversario dell'unità d'Italia. Uno stadio gremito di persone, oltre 70mila spettatori, più il pubblico da casa. Quale miglior palcoscenico per un'azione di protesta? Stadio Olimpico, Roma. Greenpeace lascia cadere al di sopra della Tribuna Tevere un grosso striscione che recita: "Da Milano a Palermo, fermiamo il nucleare".
La spettacolare protesta, realizzata all'indomani dell'entrata in vigore del decreto Omnibus, invita sicuramente alla riflessione. Dopo l'approvazione del decreto dal parte della Camera, questa settimana toccherà alla Corte di Cassazione pronunciarsi sul Referendum sul nucleare del 12 e 13 giugno.
Ad un certo punto, si è temuto il peggio visto che gli attivisti erano al di sopra della copertura dello stadio, ma tutto si è concluso senza conseguenze. I ragazzi sono tornati sani e salvi a terra, invitandoci a considerare che la nostra salute è più in pericolo della loro, se davvero i piani sul nucleare in Italia dovessero concludersi positivamente a favore dell'atomo.
È la stessa filosofia portata avanti anche dagli altri 7 ragazzi che in questi giorni si sono rinchiusi dentro un'abitazione, invitando chiunque a farlo. Il loro cavallo di battaglia, la frase I pazzi siete voi ha già fatto il giro del web.
"Noi italiani abbiamo ben capito che la manovra del Governo è solo il disperato tentativo di derubarci del diritto di esprimere quello che sentiamo e vogliamo: mai più nucleare in Italia", spiega Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace. "Il tentativo di tappare la bocca agli italiani avrà, però, l'effetto opposto. Il 12 e 13 giugno sapremo rispedire al mittente, votando Sì al referendum, il folle progetto di riportare il nucleare in Italia".
Greenpeace infatti confida nel giudizio della Corte di Cassazione e auspica che essa confermi il diritto degli italiani a votare al Referendum sul nucleare il prossimo 12 e 13 giugno. Intanto all'estero il voto è già iniziato: oltre 4 milioni di italiani che vivono fuori dai nostri confini hanno già ricevuto la scheda elettorale per votare sul nucleare e la stanno rispedendo alle nostre ambasciate. 
“Interrompere il voto in corsa – secondo Greenpeace - sarebbe l'ennesimo paradosso causato dalle maldestre manovre del Governo”.

Germania, mai più nucleare, avanti con le rinnovabili

Lo sguardo sicuro, l'espressione astuta, la rinomata caparbia. Non lo si direbbe, a vederla così, che persino Angela Merkel sia di quella categoria che – a detta del nostro presidente del consiglio – prende decisioni sull'onda delle emozioni. Eppure dev'essere così se è vero che a poco più di due mesi dalla catastrofe di Fukushima la Germania è da questa mattina la prima potenza europea a rinunciare del tutto al nucleare.

La notizia è arrivata alle prime ore dell'alba. Dopo un lungo vertice con la coalizione di governo e una serie di consulti con l'opposizione e rappresentanti della chiesa, delle associazioni e della società civile è giunta infine la decisione, annunciata dal ministro dell'ambiente Norbert Roettgen: tutti i reattori tedeschi saranno disattivati in via definitiva entro il 2022.

La Germania conta ad oggi 17 reattori. Di questi, gli otto più vecchi sono già stati scollegati dalla rete di produzione dell'energia elettrica e non verranno riattivati. Altri sei saranno disattivati entro il 2021, gli ultimi tre nell'anno successivo, il 2022 appunto. Poi niente più energia atomica in Germania. Un solo reattore sarà tenuto in stand-by, ma solo nel caso di emergenze e black-out. I costi di riconversione, stimati in 40 miliardi di euro, saranno aiutati dal mantenimento della tassa sulla produzione di energia atomica.

E per il fabbisogno energetico? Il nucleare tedesco produceva fino al 1998 circa il 33 per cento dell'energia. Poi, il cosiddetto 'addio dolce all'atomo' voluto in quell'anno da Gerard Schroeder portò la percentuale in una decina d'anni al di sotto del 20 per cento. Al cambio di mandato la nuova cancelliera Angela Merkel si mostrò al principio piuttosto favorevole al nucleare – fu accusata da molti di subire eccessivamente l'influenza delle lobby dell'atomo – riportando la produzione nucleare a circa il 22 per cento del totale. Ma il disastro di Fukushima, e l'ascesa inarrestabile del partito antinuclearista dei Verdi (ormai stabilmente il primo partito di opposizione, secondo alcune statistiche il primo partito in assoluto) deve averle scrollato di dosso – emotivamente, s'intende – persino ogni profonda convinzione.

Il piano prevede che siano le energie rinnovabili a prendere il posto delle centrali. Già adesso la Germania, il paese più industrializzato d'Europa, copre il 23 per cento del proprio fabbisogno energetico grazie a fotovoltaico, eolico, biomasse e simili. Fra il 2020 e il 2030 le rinnovabili arriveranno al 70-80 per cento.

La svolta della Germania fa esultare il comitato referendario 'Vota sì per fermare il nucleare'. Quella tedesca, si legge in una nota, è una “lezione magistrale per chi continua a sostenere, anche di fronte alla sciagura di Fukushima, l’ineluttabilità dell’atomo. [...] Il futuro – conclude il comitato – è altrove: nelle energie pulite, nell’efficienza. Parole che il governo in Italia conosce poco e frequenta ancor meno”.

Già, perché bando alle emozioni e in controtendenza rispetto al mondo intero l'esecutivo italiano è ben deciso a proseguire sulla strada atomica appena intrapresa. Venerdì il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha ribadito all'assemblea annuale di Confindustria la convinzione del governo che “la scelta nucleare sia la più corretta per un Paese industrializzato come il nostro”.

Poco importa se ancora oggi in Italia si debbano fare i conti con le scorie prodotte in quel ventennio che è durata la nostra avventura nucleare. A questo proposito consiglio a tutti di guardare attentamente il video qui sotto. È un intervento di Ulderico Pesce, attore teatrale lucano da sempre impegnatoi in battaglie contro il nucleare, presso il presidio di qualche giorno fa organizzato dai comitati referendari sotto Montecitorio, in occasione dell'approvazione del decreto Omnibus.

Il decreto Omnibus, approvato la scorsa settimana dalla Camera e firmato da Napolitano, è nelle mani della Corte di Cassazione, che dovrà decidere se la norma sostituisce, e dunque annulla, il quesito referendario sul nucleare. Il responso, da cui dipende il futuro del nucleare in Italia (o forse il futuro e basta?) è atteso per mercoledì.

lunedì 16 maggio 2011

iPhone 5, nuova fotocamera?

Sulle novità dell’iPhone 5 si continua a discutere e le ultime indiscrezioni in questa fase ancora di sviluppo del nuovo melafonino si concentrano sulla fotocamera. Da un’immagine di Apple.pro, della quale non ci sono certezze di attendibilità, che mette a confronto le due fotocamere, frontale e posteriore, di iPhone 4 e del prossimo iPhone 5 partono le considerazioni su un nuovo tipo di fotocamera nell’iPhone di quinta generazione.
La fotocamera frontale è identica, se non per un leggero allungamento del connettore nell’iPhone 5. Rivoluzione invece per quanto riguarda la fotocamera posteriore. Nell’iPhone 5, oltre ad avere un connettore molto più lungo, non ha il flash incorporato. Si tratta di una modifica non da poco che fa supporre ad un flash del futuro molto diverso da quello attuale.
Si ipotizza che venga piazzato un flash LED più distante dalla fotocamera per evitare riflessi non voluti durante lo scatto delle foto, che potrebbero essere anche maggiori rispetto a prima visto che la cover posteriore dell’iPhone 5 potrebbe essere in alluminio. Per avere conferme in merito bisognerà aspettare ancora qualche mese, quando l’iPhone 5 debutterà sul mercato.

Cinema: Jennifer Aniston dentista sexy ninfomane di Colin Farrell


Jennifer Aniston, ex fidanzata storica di Brad Pitt e star di “Friends”, abbandona le commedie romantiche per virare decisamente sul sexy. In “Horrible Bosses” di Seth Gordon, in uscita l’8 luglio negli USA, interpreta un ruolo irriverente e cattivo, ma soprattutto “hot”. Jennifer interpreta Julia Harris, una sexy dentista ninfomane che molesta i suoi dipendenti.
La pellicola racconta le vicende di tre amici che, stanchi delle proprie vite, decidono di uccidere i loro capi.
Nel cast anche Jason Bateman, Colin Farrell, Kevin Spacey, Jamie Foxx, Jason Sudeikis, Donald Sutherland, Charlie Day e Julie Bowen.

Lo scandalo Strauss-Kahn conquista la copertina del FT: getta scompiglio nella crisi greca

L'arresto del direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, getta scompiglio nei negoziati per la crisi del debito della Grecia e potrebbe avere riflessi anche nella corsa per le presidenziali della Francia. Anche il blasonato Financial Times s'inserisce nel dibattito che oggi scuote i mercati di Eurolandia. Il quotidiano rosa salmone della City dedica l'apertura allo scandalo che ha travolto il direttore del Fmi, ricordando che oggi Strauss-Kahn era atteso a Bruxelles per la riunione dell'Eurogruppo incentrata sui dossier di Grecia e Portogallo. 

domenica 15 maggio 2011

Il parroco arrestato per sesso e coca messo in isolamento

Don Riccardo Seppia, il parroco del quartiere genovese di Sestri Ponente arrestato dai carabinieri del Nas di Milano con l'accusa di violenza sessuale su minore e spaccio di sostanze stupefacenti, avrebbe abusato per sei mesi di un chierichetto di 15 anni e regalato cocaina in cambio di sesso ad altri quattro ragazzi della zona, appena maggiorenni.

Secondo quanto riportato dal quotidiano genovese Il Secolo XIX, il sacerdote 51enne, che è stato rinchiuso in isolamento nel carcere di Marassi venerdì sera ma la notizia è trapelata solo ieri, sarebbe stato incastrato dalle intercettazioni telefoniche effettuate dai militari nell'ambito di un'indagine su un traffico di cocaina a Milano.

Don Riccardo Seppia, che da 15 anni era parroco della chiesa di Santo Spirito nel popolare quartiere di Sestri Ponente, dove era nato e cresciuto, si sarebbe infatti recato nel capoluogo lombardo per comprare droga da utilizzare in locali per omosessuali o da offrire a ragazzi in cambio di prestazioni sessuali. E proprio dalle telefonate intercettate dagli inquirenti sarebbe emerso il rapporto morboso che il sacerdote aveva instaurato con un chierichetto di 15 anni, che frequentava assiduamente l'appartamento di Don Seppia, che si trova nello stesso edificio della parrocchia.

Secondo l'ordinanza di arresto emessa dalla Procura di Milano, il prete 51enne avrebbe cominciato ad abusare del ragazzino, che sarebbe anche affetto da un leggero ritardo mentale, nell'estate del 2010. Nell'inchiesta sarebbe coinvolto anche un 30enne della zona, accusato di favoreggiamento per aver raccolto le confidenze del parroco senza denunciare nulla. Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, ha reagito duramente alla notizia, sospendendo immediatamente il sacerdote da ogni ministero pastorale e atto sacramentale ed esprimendo "sgomento e dolore per la gravità dell'accaduto" durante una messa celebrata ieri pomeriggio proprio nella parrocchia di Santo Spirito, dopo aver cancellato gli impegni fissati in precedenza.


giovedì 12 maggio 2011

Miserie politiche: il sindaco di Milano e l’attacco a Pisapia

Letizia Moratti ha aspettato che un dibattito tv arrivasse al termine per accusare il suo avversario senza consentirgli replica. E, peggio, deformando i fatti.
Se gli elettori milanesi avranno un po’ di buon gusto penseranno con maggior cura se votare per Letizia Moratti. Perchè quello che è successo ieri alla fine di un faccia a faccia televisivo organizzato da Sky forse non ha precedenti in Italia. Al termine del confronto, quando un severissimo contasecondi mostrava meno 22 alla fine della puntata, la rappresentante del centro destra ha affermato a freddo che Giuliano Pisapia, candidato del centro sinistra, era stato giudicato dalla Corte d’Assise colpevole del furto di un’auto da utilizzarsi “per il sequestro ed il pestaggio di un giovane”. Il sindaco, calibrando le parole sulla base del tempo ancora disponibile, ha quindi concluso infine che il suo antagonista era stato amnistiato e che “l’amnistia non è assoluzione”. Il direttore del Skytg24, Emilio Carelli, più fedele al cronometro che all’obiettività, non ha permesso perchè il tempo era scaduto diritto di rettifica a Pisapia.
Inutile dire che la notizia urlata da Moratti era manipolata. In realtà Giuliano Pisapia si trovò coinvolto in una brutta storia che lui stesso aveva da tempo raccontato in questo modo: “So bene cosa significa stare dietro quelle sbarre. Ci sono passato anch’io. Nulla che già non si sappia. Sono passati oltre trent’anni: arrestato, innocente, per banda armata e concorso morale nel furto di un’autovettura. Prosciolto dalla prima accusa (banda armata) con formula piena nella fase istruttoria (allora vi era ancora la formula dell’insufficienza di prove); giudicato e assolto anche per l’accusa di concorso morale in furto, reato coperto da amnistia dal quale però i giudici mi hanno assolto nel merito, cosa possibile solo in quanto risultava “evidente” la mia innocenza. Un errore giudiziario, riconosciuto da una sentenza passata in giudicato, che comunque ho pagato con quasi quattro mesi e mezzo di carcere”.
Con evidente premeditazione Moratti ha dato una versione parziale dei fatti, omesso le conclusioni della sentenza di appello e cercato di colpire il candidato dell’opposizione senza offrirgli possibilità di replica. Un modo di intendere il confronto politico assolutamente inaccettabile.
Pisapia ha annunciato querela e sarà un tribunale a decidere se il comportamento dell’attuale sindaco di Milano è penalmente sanzionabile, ma il giudizio morale sull’episodio non ha bisogno di attendere le decisioni dei giudici.
La strategia della candidata del centro destra, comunque, mostra anche un profondo nervosismo per gli esiti delle votazioni. Perchè il ricorrere a stratagemmi così poco ‘civili’ svela una situazione di debolezza estrema.
Il capoluogo lombardo è strategico per Berlusconi ed una sconfitta di Moratti aprirebbe problemi ben gravi nel Pdl e tra quest’ultimo e la Lega. Se il sindaco in carica non dovesse riuscire a spuntarla al primo turno il rischio di perdere al ballottaggio per il centro destra sarebbe più che una ipotesi.
Dopo lo show di ieri i cittadini della città che ama sentirsi definire ‘capitale morale’ del Paese saranno ancora dell’idea di sostenere chi non ha nessun rispetto per le regole elementari del competere in modo trasparente?

Liga, il Barcellona è Campione di Spagna


Il Barcellona è Campione di Spagna. Bastava un punto per la certezza matematica, e così è stato. I catalani salgono a quota 92 punti grazie al pareggio con il Levante per 1-1 e conquistano il 21/esimo titolo nazionale.
Grande soddisfazione da parte della società, dei giocatori, dei tifosi e dell’allenatore blaugrana  Pep Guardiola, il quale a fine gara mostra tutta la sua soddisfazione: “E’ stata una partita giocata con grande ansia perché volevamo chiuderla subito. Dobbiamo godere di questa vittoria, siamo arrivati a questo punto e queste cose non possono essere dimenticate“. Per l’ex centrocampista della Roma si tratta della terza Liga consecutiva, un successo importante che dimostra la bravura e il valore del tecnico.

Microsoft compra Skype per 8,5 miliardi di dollari

E' ufficiale: Microsoft sbarca nella telefonia online e compra Skype per 8,5 miliardi di dollari. Per il colosso di Redmond è la più grande acquisizione di sempre. Skype vanta 145 milioni di utenti in media al mese, il 10% usa i servizi a pagamento: la media è in aumento del 40% rispetto allo scorso anno, ma la società ha chiuso il 2010 in perdita per 7 milioni di dollari, date le difficoltà a trovare inserzionisti per i servizi free.Fondata nel 2003 dai creatori del servizio di file sharing Kazaa, Niklas Zennstrom e Janus Friis, Skype è già passata di mano diverse volte. Nel 2005 è stata rilevata da eBay per 2,6 miliardi di dollari in contanti e azioni, nel 2009 il 70% è stato ceduto a un gruppo di fondi di investimento.Microsoft punta a sfruttare il programma, utilizzato da milioni di utenti per telefonare gratis o a basso costo con la tecnologia VoIP, per guadagnare presenza e visibilità in Rete.

Slovacchia, arrestato aspirante cannibale

BRATISLAVA - La polizia slovacca ha arrestato ieri vicino a Kosice, nell'est del Paese, un sospetto cannibale recatosi all'appuntamento con la potenziale vittima, un cittadino svizzero, che all'ultimo minuto ci ha ripensato e ha allertato la polizia. Il cannibale si era messo d'accordo su internet con lo svizzero per ucciderlo e mangiarlo. Al posto della vittima, all'appuntamento è andato un agente, che ha avuto uno scontro a fuoco col maniaco, che è stato colpito ed è in gravi condizioni. Anche un poliziotto è rimasto ferito.
Lo svizzero aveva risposto a un annuncio sulla rete di uno slovacco che cercava gente desiderosa di morire: prometteva agli interessati di ucciderli, squartarli e mangiarli. "In base agli accordi - ha dichiarato il capo della polizia Jaroslav Spisiak - la vittima doveva essere addormentata, pugnalata al cuore, squartata e cosparsa di spezie, quindi trasportata a pezzi e divorata dall'omicida". Il cannibale era giunto all'appuntamento con la sua vittima con tutto l'occorrente per il macabro rito (sonniferi, coltelli, sega per ossa e un sacco).

lunedì 9 maggio 2011

"Cinque milioni per un film hard" L'offerta choc del produttore a Pippa

Meno di una settimana dopo la comparsa delle foto in cui partecipa in una festa in reggiseno, Filippa "Pippa" Middleton si è vista offrire 5 milioni di dollari per fare a meno della biancheria intima e girare anche solo «una scena esplicita» in un film porno. 


Come riporta il sito di Aceshowbiz, il fondatore della Vivid Entertainment Steven Hirsch ha inviato una lettera alla sorellina più famosa del mondo notando galante come Filippa fosse stata «la star del recente matrimonio reale», oscurando la neo-duchessa di Cambridge Kate: «Con la sua bellezza e il suo portamento, potrebbe diventare una 'adult-star' di enorme successo».

Oltre alla fama e al denaro, Pippa avrebbe anche la libertà di scegliersi liberamente il partner di scena, ma Hirsch non si è fermato qui: ha offerto un milione di dollari anche al fratello James per girare una scena (separata: niente incesti, siamo pur sempre dalle parti di Hollywood). La famiglia Middleton non è stata per nulla felice dalla pubblicazione delle foto, scattate da alcuni amici durante una festa e definite "un tardimento".

Roma, azione di Greenpeace contro nucleare in Piazza Venezia

Le immagini dello striscione srotolato da Greenpeace (intorno alle 7 di lunedì 9 maggio) su Palazzo Venezia a Roma; è servito a protestare contro le recenti affermazioni di Silvio Berlusconi sul ritorno all'energia nucleare. Lo striscione, con l'immagine del premier e raffigurante un fumetto con all'interno il simbolo del nucleare, recitava così: 'Italiani, il vostro futuro lo decido io'. 'Scandaloso che il governo voglia bloccare il referendum a quasi un mese dalla data fissata, programmando di ripresentare il progetto di ritorno al nucleare tra un anno', le parole di Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace.

Attentato a Ibm: a processo 2 italiani e uno svizzero

Con l'accusa di aver preparato un attacco contro il centro di ricerca sulle nanotecnologie di Ibm in Svizzera a Ruschlokon, Silvia Guerini e Costantino Ragusa, cittadini italiani (bergamaschi), e Luca Bernasconi, svizzero, saranno processati dal Tribunale penale federale di Bellinzona. Lo scorso 15 aprile i tre erano stati fermati per un normale controllo stradale. A bordo dell'automobile su cui viaggiavano - così come riferisce il "Giorno" - sono stati scoperti esplosivi e 31 lettere di rivendicazione  del gruppo "Elf - Switzerland earth liberation front" in cui veniva rivendicato un attentato contro il centro Ibm, in fase di costruzione.

La Juve dice addio alla Champions contro il Chievo da 2-0 a 2-2, veneti salvi

Passo falso della Juventus che in casa contro il Chievo, nel posticipo del 36° turno di serie A non riesce ad andare oltre il 2-2 e vede praticamente sfumare le resideue possibilità di raggiungere il quarto posto: per i bianconeri, quindi, addio alla Champions League. Il Chievo, invece, può festeggiare: con questo pareggio è matematicamente salvo. Con due turni ancora da giocare, infatti, la squadra veneta sale al 12° posto in classifica, agganciando il Catania a 43 punti.

Al 22' della ripresa i bianconeri erano ancora in vantaggio per 2-0, grazie a un rigore trasformato da Del Piero e a una rete di Matri imbeccato splendidamente da Del Piero. Poi, nell'arco di due minuti, la rimonta del Chievo, due reti negli sviluppi di altrettanti pali colpiti dai veneti: la prima di Uribe, la seconda di Sardo. Vani gli assalti bianconeri: due legni, di Chiellini e Toni da due passi, ma anche un clamoroso gol fallito da Uribe a porta praticamente vuota, dopo che Buffon era stato costretto a uscire sulla tre quarti.

Juventus - Chievo 2-2 (1-0)
Juventus 
(4-4-2): Buffon, Motta, Barzagli, Chiellini, Grosso; Krasic (35' st Toni), Marchisio, Aquilani, Pepe; Del Piero, Matri. A disp. Storari, Salihamidzic, Traore, Bonucci, Giandonato, Sorensen. All. Del Neri.
Chievo (5-4-1): Sorrentino, Sardo, Andreolli, Cesar, Mantovani, Jokic (32' st Mandelli); Constant (18' st Uribe), Fernandes, Rigoni, Thereau (39' Bogliacino); Pellissier. A disp. Squizzi, Marcolini, Guana, N. Frey. All. Pioli.
Arbitro: Gervasoni
Reti: 13' Del Piero (rig.), 10' st Matri, 22' st Uribe, 23' st Sardo 
Angoli: 7-6 per la Juve 
Ammoniti: Andreolli, Marchisio, Aquilani per gioco scorretto; Krasic per simulazione
Spettatori: 23.740; incasso: 496.225 euro.

Il coro scudetto stonato

Chi frequenta gli stadi ormai non si meraviglia più. Però fa un certo effetto rivedere su YouTube i cori contro Leonardo intonati da tifosi e giocatori nella festa scudetto del Milan, che sabato sera si è laureato campione d'Italia pareggiando 0-0 sul campo della Roma.



A fine partita, ideale abbraccio dei giocatori rossoneri ai tifosi che li avevano seguiti all'Olimpico e Gennaro Gattuso e Ignazio Abate, addosso le magliette celebrative per il 18° scudetto, partecipano attivamente ai cori dedicati a Leonardo, ex allenatore del Milan passato sulla panchina dell'Inter. "Leonardo uomo di m...", scandiscono a ritmo calciatori e tifosi.

Tutt'altro stile
Massimiliano Allegri, intervenuto oggi a 
Radio Anch'io Lo Sport su Radiouno, non nasconde la sua soddisfazione dopo la conquista dello scudetto: "Ho dovuto cambiare ma la squadra non ne ha risentito, abbiamo cambiato diversi uomini. I ragazzi mi sono venuti dietro, si sono messi a disposizione e grandi meriti vanno anche alla società", racconta.Gavetta utile
Allegri ha costruito la carriera partendo dal basso fino ad arrivare in rossonero: "Credo sia stato fondamentale nella mia crescita, è normale che ci sono eccezioni, ma la gavetta è fondamentale per la crescita di un allenatore perché quando ti
confronti con realtà che hanno problemi, come tante società in lega Pro, puoi solo crescere. Anche i due anni di Cagliari sono stati importantissimi perché lavorare con Cellino è stata un'ottima scuola, quindi quest'anno è stato tutto più facile".
Chiave di lettura dello scudetto 2011
"Per vincere i campionati ci vuole equilibrio, una buona difesa è fondamentale ma questo non significa non avere un buon attacco, e noi abbiamo preso solo sei gol al ritorno". E il possibile ritorno di Kakà? "Fino a questo momento sono solo delle chiacchiere - concluso - quando finira' la stagione si metteremo seduti per capire cosa serve per migliorare la squadra secondo le esigenze di squadra, tecnico e giocatore".

TRAGEDIA AL GIRO: WEYLANDT MUORE DOPO CADUTA IN DISCESA

(AGI) - Rapallo, 9 mag. - Dramma al Giro d'Italia: il belga Wouter Weylandt, 25 anni, del team Leopard-Trek, e' morto in seguito alle lezioni riportate nella caduta in discesa di cui e' stato vittima durante la terza tappa, da Reggio Emilia a Rapallo di 173 chilometri. Il ciclista e' caduto durante la discesa dal Passo del Bocco. A settembresarebbe diventato padre. Il tentativo di rianimarlo sul posto e' andato avanti per una quarantina di minuti ma non c'e' stato nulla da fare: nell'impatto il giovane ha subito una frattura della base cranica e frontale abbastanza estesa e il massiccio facciale era fortemente compromesso. Weylandt e' stato subito assistito dai rianimatori al seguito della corsa, gli sono state praticate iniezioni di adrenalina e atropina per far ripartire il cuore, poi e' arrivato anche il personale medico dell'elisoccorso del 118 ma ormai la situazione era compromessa.
Il tutto mentre la tappa proseguiva, con la carovana dei 'girini' all'oscuro dell'accaduto e la frazione e' stata vinta dallo spagnolo Vicioso in volata su un gruppetto di ciclisti con i quali era andato in fuga. Prim'ancora che la tappa si concludesse, pero', l'organizzazione del Giro d'Italia aveva disposto l'annullamento della cerimonia di premiazione che era programmata. Il decesso del ciclista e' sopravvenuto a tappa conclusa.
Stando ad una prima ricostruzione, il giovane ciclista subito dopo untornante della discesa ha perso l'equilibrio, ha allargato la curva ed ha provato a frenare, lasciando sull'asfalto un scia nera di alcuni metri, la scia dei tubolari. Un pedale ha impattato contro un muretto basso, la bici si e' impennata e come fosse un terribile elastico ha scaraventato Weylandt a forte velocita' a una ventina di metri.
  Il belga ha picchiato duramente la testa contro l'asfalto, il caschetto di protezione si e' rivelato inutile. Nel giro di pochissimi minuti le notizie arrivate sul traguardo hanno subito evidenziato la situazione disperata. Le immagini dall'alto di un elicottero che mostravamo un lenzuolo bianco sull'asfalto hanno poi confermato che il belga era deceduto.
  Diventato ciclista professionista nel 2005 con la Quick Step, Weylandt era un buon velocista e in carriera aveva vinto alcune tappe, tra cui la terza frazione ed ultima del Giro d'Italia dello scorso anno in terra olandese. Quest'anno il passaggio alla Leopard-Trek e al Giro era stato iscritto per prendere il posto del compagno di squadra Daniele Bennati, ko per una caduta. Il destino ha deciso cosi'. In Belgio la notizia e' stato uno choc per tutti. In carriera e' il quarto corridore che muore in corsa nella storia del Giro dopo Orfeo Ponsin (1952), Juan Manuel Santisteban (1976) ed Emilio Ravasio (1986).

sabato 7 maggio 2011

CINEMA: BENIGNI IN NUOVO FILM WOODY ALLEN

(AGI) Roma – Roberto Benigni e Woody Allen. Insieme per un film diretto dal regista newyorkese. La notizia rimbalza oggi su diversi siti internet e sta facendo il giro del mondo. Non c’e’ ancora una conferma o una smentita dai diretti interessati e quindi per i cinefili amanti dei due registi la notizia rappresenta un vero miracolo. Benigni sarebbe il protagonista del prossimo lavoro di Allen “The Wrong Picture”, film che sara’ girato a Roma ad agosto .

Elisabetta Canalis posa senza veli contro le pellicce

Per dire basta alle pellicce ci è voluto anche l’aiuto di Elisabetta Canalis! La meravigliosa ex Velina di “Striscia la Notizia” e recente valletta del Festival di Sanremo si è fatta portavoce dei diritti degli animali affiancando la PETA. Più che la sua voce, la bella soubrette ha messo a disposizione la propria immagine, posando in alcuni scatti senza veli e partecipando a un video di denuncia contro maltrattamenti e torture. 

Calciomercato - Mou non si muove e chiama Altintop

Il portoghese non lascerà il Real Madrid visto che sta già pianificando il prossimo calciomercato: a breve l'annuncio di Sahin, mentre il prossimo obiettivo è il turco del Bayern. Benzema potrebbe partire, mentre Valdano potrebbe essere sostituito da Hierro.



Hamit Altintop per la fascia destra del Real Madrid. E' il 28enne esterno turco del Bayern Monaco, in scadenza di contratto a giugno, il giocatore scelto da Jose' Mourinho per colmare una delle lacune della sua rosa per la prossima stagione. Secondo "As", Altintop piace al tecnico di Setubal per la sua versatilità e la sua qualità tecnica e a fine stagione il Real parlera' del suo arrivo col Bayern: anche se il giocatore è svincolato, la Casa Blanca non vuole che le relazioni con i bavaresi siano compromesse da questa operazione.
La settimana prossima, invece, potrebbe essere già ufficializzato l'ingaggio di Nuri Sahin, 22enne centrocampista rivelazione del Borussia Dortmund che costera' ai blancos 10 milioni di euro mentre per quanto riguarda la difesa Mourinho avrebbe deciso di puntare su un prodotto della 'cantera', il giovane David Mateos che ha giocato la seconda parte della stagione in prestito all'Aek Atene.
Per quanto riguarda Karim Benzema, invece, l'attaccante comincia a essere stufo del poco spazio che Mourinho gli sta concendendo ma secondo "Marca" continua a godere della stima e della fiducia della dirigenza, che continua a ritenerlo incedibile. Resta da vedere, però, come si evolverà il rapporto mai facile tra Benzema e lo Special One visto che ormai è certa la permanenza del tecnico portoghese. Il quotidiano "Sport" spiega che al Real non c'è un piano B alternativo a Mourinho, che dal canto suo ha rassicurato Perez sulla sua volonta' di proseguire la sua avventura madrilena almeno per un'altra stagione, dopo la quale però potrebbe finalmente realizzare il suo sogno: sostituire Ferguson alla guida del Manchester United.
Il tecnico portoghese, però, per il momento pensa al Real e avrebbe ottenuto dal presidente maggiori poteri, consapevole anche del supporto del pubblico madridista. Uno scenario che lascia presupporre l'addio di Jorge Valdano, nemico giurato di Mou, e l'arrivo al suo posto di una vecchia leggenda merengue, Fernando Hierro.

Apple aggiorna software per eliminare localizzazione da iPhone

SAN FRANCISCO (Reuters) - Apple ha rilasciato oggi un aggiornamento software per eliminare la possibilità che i suo dispositivi mobili raccolgano e archivino dati sulla localizzazione dei loro utenti, mantenendo la promessa fatta la scorsa settimana.
L'amministratore delegato di Apple Steve Jobs, che è in congedo per malattia, aveva promesso di sistemare il software dei dispositivi mobili per immagazzinare meno dati sulla localizzazione degli utenti, dopo la polemica sulla possibilità che Apple stesse monitorando le location dei propri clienti.
L'aggiornamento, che è disponibile nei negozi iTunes e compare automaticamente in pop-up quando un iPhone o un iPad viene sincronizzato, "contiene modifiche alla cache del database con le geo-localizzazioni crowd-sources".
L'azienda ha detto che l'aggiornamento prevede la riduzione delle dimensioni dell'archivio dati sulla localizzazione, assicura che le informazioni non vengano più immagazzinate su iTunes e consente di disattivare la funzione di immagazzinamento dati su iPhone e iPad.
L'aggiornamento del software da parte di Apple arriva in vista dell'audizione davanti ad una sottocommissione del Senato Usa sulla privacy nei dispositivi mobili, prevista per il prossimo 10 maggio.
Sia i rappresentanti di Apple che quelli di Google hanno accettato di testimoniare in audizione.

Spiagge/ Perchè la Ue si schiera contro concessioni novantennali

Bruxelles, 6 mag. (TMNews) - Sulle concessioni novantennali per le spiagge, previste dal Dl sviluppo varato ieri dal governo, la Commissione europea, con la sua presa di posizione odierna, sembra determinata a ingaggiare una battaglia senza concessioni contro l'Italia.

La durata dell'autorizzazione nel Dl significa che i beni demaniali dati in concessione resterebbero al riparo dalla concorrenza - ovvero dalla possibile attribuzione ad altri prestatori di servizi - per più di tre generazioni. E questo mentre l'Esecutivo Ue aveva già censurato la normativa finora in vigore, per il fatto che permette un rinnovo praticamente automatico delle attuali concessioni valide sei anni, raddoppiando così a 12 anni il periodo di sfruttamento esclusivo delle spiagge. Se a Bruxelles sembrano eccessivi 12 anni, figuramoci 90 anni, equivalenti a un rinnovo automatico ripetuto 15 volte delle attuali concessioni, fanno capire fonti comunitarie. La Commissione comunque, deve attendere la notifica ufficiale del governo prima di pronunciarsi con certezza sulla compatibilità del decreto con la normativa Ue.

A parte questa cautela, a Bruxelles è chiaro che le concessioni novantennali cozzerebbero innanzitutto con il diritto comunitario primario, e in particolare con l'art. 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione, che prevede la libertà di stabilimento per le imprese comunitarie in tutto il mercato interno. Nella legislazione derivata da quest'articolo, ad essere violato sarebbe più precisamente l'art.12 della 'direttiva servizi' (2006/123/Ce), famosa come 'direttiva Bolkestein' (dal nome del commissario che l'ha proposta). Sulla durata delle concessioni, sebbene non sia indicata una scadenza precisa indicata, l'art.12, par.2 è piuttosto chiaro: "L'autorizzazione - si legge - è rilasciata per una durata limitata adeguata e non può prevedere la procedura di rinnovo automatico né accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami".

La stessa portavoce del commissario al Mercato interno, Michel Barnier, in un'intervista del febbraio scorso aveva spiegato: "L'autorizzazione non dovrebbe avere una durata eccessiva, ma dovrebbe permettere periodicamente la rimessa in concorrenza (del bene demaniale in concessione, ndr) dando l'opportunità di accesso ad altri operatori... In particolare - continuava la portavoce, Chantal Hugues - l'autorizzazione concessa non dovrebbe avere una durata che vada al di là di quel che è necessario per garantire l'ammortamento degli investimenti effettuati".

Vin Diesel, folli notti a Roma

Vin Diesel protagonista di folli notti ad alcune feste nella Capitale dove si trova per presentare l'ultimo caapitolo della fortunata saga di cui è protagonista, il film d'azione Fast and Furious. Film che è già andato benissimo in America, e la speranza dei produttori è che accada lo stesso in Italia.



Nel frattempo Vin Diesel dimostra di essere particolarmente sensibile al fascino femminile scatenandosi con ragazze in bali appassionati. Baci, palpatine, foto per immortalare una serata in allegria.


Certo non foto di gran classe per un attore che comunque punta tutto su muscoli e azione. Alla fine della serata l'attore statunitense e il collega Tyrese Gibson si sono allontanati su due Mercedes scure insieme alle ragazze conosciute alla festa. Cosa è accaduto dopo non si sa.

mercoledì 4 maggio 2011

BALLARO'/ Video, la gaffe del ministro La Russa: "Chi è Lukashenko?"

Puntata dedita in maggior parte alla politica estera quella di Ballarò di ieri sera. E per questo oppiate principale era ovviamente il ministro della difesa Ignazio La Russa. Oltre allo scottante argomento sulla guerra in Libia, il conduttore Giovanni Floris ha toccato diversi temi. Tra cui le amicizie con capi di stato esteri del premier Silvio Berlusconi. In particolare si stava parlando del dittatore della Bielorussia Lukashenko, che il leader dell'Udc Ferdinando Casini - anche lui presente in trasmissione - poco prima aveva tirato in ballo quale amico proprio di Berlusconi. Il programma viene interrotto per alcuni minuti per trasmettere la pubblicità e quando si torna in diretta, si nota La Russa confabulare con un suo collaboratore seduto dietro di lui. Floris gli rivolge una domanda, ma La Russa lo ignora continuando a parlare con il collaboratore. Il conduttore di Ballarò chiede scusa se disturba suscitando l'ilarità del pubblico in sala. Il fatto è che il ministro della difesa italiano non aveva idea di chi fosse Lukashenko e si stava informando presso il suo collaboratore.

Wojtyla santo: l’ombra di pedofili, Pinochet e Emanuela Orlandi


Wojtyla davvero un beato? Anche santo? La Chiesa può dichiarare santo e beato chi più le aggrada, l’importante è che non voglia costringere gli altri a credere anche loro in ciò che credono i sui fedeli. Ecco perché serve poco porsi certe domande su Wojtyla o sugli altri “santi” e “beati” dichiarati tali dalla Chiesa. Alcuni dei quali peraltro oggi santi non lo diventerebbero più, come per esempio S. Carlo Borromeo, il famoso vescovo e santo di Milano: grande cultore delle torture e dei roghi dell’Inquisizione, che però ha in comune con Wojtyla l’essere scampato a un attentato con una pistola dell’epoca e avere voluto interpretare l’essere rimasto illeso come un miracolo, un segno della benevolenza di Dio, quando si trattava invece solo di imperizia dello sparatore e inefficienza dell’arma usata.
Tutto ciò premesso, che Wojtyla non debba essere considerato beato, e quindi tanto meno santo, perlomeno nel senso attribuito a tali termini dai laici, risulta chiaro da almeno due episodi. Il primo e senza dubbio il più grave è essere il responsabile dell’ordine imposto ai vescovi di tutto il mondo nel marzo 2003 di tacere alle autorità civili dei propri Paesi su qualunque caso di pedofilia del clero. L’ordine, come ho scritto più volte, venne firmato dall’attuale papa, Ratzinger, e dall’attuale segretario di Stato vaticano, Raffaele Bertone, nella loro veste, all’epoca, rispettivamente di responsabile e suo vice della Congregazione per la dottrina della fede (ex tribunale dell’Inquisizione). Ma a volere quell’ordine, nell’ambito di un aggiornamento delle leggi vaticane relative a una serie di delitti, e a ratificarlo è stato Wojtyla. Le conseguenze sono tristemente note. Gli scandali per i casi di pedofilia del clero coperti dalle gerarchie locali sono esplosi un po’ ovunque, in Italia, negli Usa, in Australia, in Austria, in Irlanda, ecc. Negli Usa la Chiesa in vari processi ha dovuto pagare alle vittime dei preti pedofili danni per cifre totali astronomiche, e per quell’ordine del 2003 una corte del Texas nel 2005 ha accusato Ratzinger di ostruzione della giustizia. Per evitare un devastante rinvio a giudizio è dovuto intervenire l’allora presidente George Bush junior, che ha imposto l’immunità dovuta ai capi di Stato perché nel frattempo l’imputato era stato eletto papa, diventando così anche capo dello Stato del Vaticano.
Un’altra grave colpa che attribuisco a Wojtyla è avere contribuito a far credere che fosse un rapimento la scomparsa della giovanissima sua concittadina vaticana Emanuela Orlandi, svanita nel nulla nel tardo pomeriggio del 22 giugno 1983. Emanuela era una bella e vivace ragazzina di quasi 16 anni e non c’era assolutamente nessun motivo, nessun indizio che potesse legittimamente far credere che fosse stata rapita anziché essere scappata di casa per un po’, come fanno migliaia di minorenni ogni anno anche in Italia, o anziché essere rimasta vittima di qualcos’altro, come pure succede a centinaia di altri minorenni ogni anno, fino ai recenti casi di Sarah Scazzi e Yara Gambirasio. Eppure un paio di settimane dopo quel 22 giugno, per l’esattezza la prima domenica di luglio, Wojtyla alla fine della consueta preghiera dell’Angelus sorprese il mondo accreditando la pista del rapimento e lanciando un appello perché la ragazza fosse rilasciata. Il tutto senza neppure interpretare o almeno avvertire i genitori della ragazza, il padre della quale, Ercole Orlandi, era un fattorino di Wojtyla. Abitante in Vaticano con la famiglia, moglie, cinque figli e una sorella, Ercole portava di persona ai destinatari residenti a Roma le lettere, i messaggi, gli inviti, le convocazioni, i doni, gli incoraggiamenti e quant’altro del papa.
L’appello di Wojtyla diede la stura alla bufala, durata un quarto di secolo, del rapimento “politico”: per anni e anni si è infatti favoleggiato – con enorme clamore, ma sempre senza mai lo straccio di una prova – che Emanuela era stata rapita per essere scambiata con Alì Agca, il terrorista turco condannato all’ergastolo per avere sparato in piazza S. Pietro a Wojtyla una domenica d’estate del 1981. Per anni e anni si è anche favoleggiato che ad armare Agca fossero stati i servizi segreti di Mosca, all’epoca capitale del colosso comunista URSS: la vulgata tenuta in scena per quasi 25 anni affermava che i “servizi” di Mosca erano desiderosi di togliere di mezzo il papa polacco perché alimentava le proteste anticomuniste della natia Polonia. Sta di fatto che la ragazza non è tornata a casa neppure dopo che Agca è stato infine estradato in Turchia in occasione dell’”anno santo” del 2000. Un mancato ritorno che è la prova lampante del fatto che la pista del “sequestro politico” era una montatura. Nei giorni scorsi è arrivato in libreria “Uccidete il papa”, libro nel quale il giornalista di Repubblica Marco Ansaldo dimostra, appunto, ciò che era chiaro fin dall’inizio: vale a dire, che la pista “comunista” dietro Agca era infondata. Nessuno però osa trarre le conclusoni: e cioè che Emanuela Orlandi non è stata rapita. Meglio tenere in scena la nuova versione, lanciata nel 2005, che vuole Emanuela comunque rapita: non più dagli amici di Agca, ma dalla banda della Magliana…
E’ ovvio che se davvero Emanuela fosse stata rapita, ai sequestratori dopo l’appello lanciato in mondovisione dal papa in persona non sarebbero rimaste che due sole possibilità: liberare l’ostaggio o sopprimerlo. I rapitori si sarebbero ovviamente resi conto che dopo quel clamoroso appello sarebbero stati fatti segno a una caccia senza quartiere, non solo da parte della polizia e dei carabinieri e neppure da parte dei soli servizi segreti italiani. Insomma, gli eventuali rapitori non avrebbero avuto scampo: se non si fossero liberati in fretta della ragazza, viva o morta, sarebbero stati braccati e catturati. Per giunta di appelli Wojtyla ne fece ben otto: se per scrupolo o imperizia gli ipotetici rapitori non si fossero liberati di Emanuela dopo il primo appello, sicuramente lo avrebbero fatto senza aspettare l’ottavo. Teniamo presente che in Italia nel 1983, anno della scomparsa di Emanuela, di casi di rapimenti a scopo d’estorsione accumulati nel corso degli anni ’70 e dei primi anni ’80 se ne contavano a centinaia, non mancava quindi l’esperienza per sapere che se si voleva risolvere felicemente un caso, cioè arrivare al rilascio o alla liberazione armi alla mano dell’ostaggio vivo, era essenziale non fare troppo baccano.

Neppure un anticlericale incallito può pensare che un papa condanna a morte una ragazzina per quello che al massimo sarebbe stato solo un inutile gesto di buonismo. Chiaro come il sole quindi che Wojtyla – e la segreteria di Stato vaticana che lo consigliava – sapesse con certezza che Emanuela non era stata rapita, ma era morta per responsabilità, accidentale o meno, di qualcuno d’Oltretevere. Qualcuno che non si poteva abbandonare al suo destino, nelle mani cioè della giustizia. Che in Vaticano sapessero bene come stavano le cose, e cioè che per Emanuela non c’era più niente da fare, lo dimostra anche la testimonianza di monsignor Francesco Salerno ai magistrati italiani: “Poiché mi occupavo di finanza vaticana e avevo quindi molte conoscenze, nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della Orlandi proposi a monsignor Giovanbattista Re, dirigente di un settore della Segreteria di Stato, di darmi da fare per cercare di sapere cosa le fosse successo. Ma il monsignore mi disse che era meglio lasciare le cose come stavano”. Qualcuno potrebbe pensare che Salerno fosse un mitomane o un bugiardo. Ma si tratta di ipotesi da escludere: monsignor Salerno, infatti, successivamente alla sua testimonianza, è stato nominato rettore della basilica di S. Giovanni in Laterano. E ovviamente non si mette un mitomane o un bugiardo a capo di quella che dopo la basilica di S. Pietro è la più importante chiesa dell’intero modo cristiano.
I magistrati hanno anche intercettato una telefonata di monsignor Bertani, “cappellano di Sua Santità”, che ordina al vicecapo della Vigilanza vaticana, Raul Bonarelli, di mentire agli inquirenti che lo avevano convocato per interrogarlo come testimone: “Non dire che la Segreteria di Stato ha indagato. Di’ che siccome la ragazza è scomparsa in territorio italiano la competenza delle indagini è della magistratura italiana e non del Vaticano”.
Come si vede, anche tralasciando tutto il resto, compreso il non encomiabile viaggio in Cile presso il golpista torturatore e massacratore Pinochet, è piuttosto difficile credere che Wojtyla sia davvero degno degli onori degli altari. Semmai, è legittimo il sospetto che lo si voglia “santo subito!” per evitare che se ne indaghi troppo l’operato. La Chiesa per un pezzo era indecisa se mandare Francesco d’Assisi al rogo o no, tanto dava fastidio con le sue prediche all’andazzo gudurioso e carnascialesco dei papi e del Vaticano, poi decise di renderlo inoffensivo facendolo santo: il modo migliore per evitare che la gente si mettesse in testa di capire bene cosa predicasse e perché. All’opposto, Carlo Borromeo fu fatto santo per evitare si indagasse troppo sulla sua vita reale, ricca di lussi, sopraffazioni e condanne al rogo con la scuse più pretestuose.