Josè Mourinho riaccende la polemica calendari e dà dell'ipocrita a un giornalista, salvo poi scusarsi. Il tecnico portoghese del Real Madrid infiamma la vigilia della sfida con il Malaga e non risparmia una stoccata all'ex tecnico delle "merengues", il cileno Manuel Pellegrini che oggi siede proprio sulla panchina del club andaluso. «Il secondo è il primo degli ultimi», è la replica di Mourinho al suo predecessore, che vanta il record di punti con il Real Madrid ottenuto nella passata stagione. «Non conta segnare 500 gol se non sei campione. Io non farò come Pellegrini perchè se mi cacciano dal Real non andrò ad allenare il Malaga. Andrò a una big italiana o inglese», aggiunge.
Lo show di Mou riprende dalla polemica calendari: nei giorni scorsi il tecnico di Setubal si era lamentato della distribuzione dei giorni di riposo fra una gara e l'altra. Oggi rincara la dose: «Loro hanno giocato il lunedì e tornano in campo il giovedì, noi abbiamo giocato il sabato e abbiamo due giorni di riposo in più. È un cioccolatino che mi danno, ma non mi ingannano», premette, prima di discutere animatamente con un giornalista che gli chiede conto delle sue ultime «lamentele». «Quali lamentele? Non dici la verità, sei un'ipocrita. Non sono lamentele: è la verità», dice Mourinho rivolgendosi al cronista. Poi il passo indietro: «Non volevo insultarti e chiedo scusa. Ti chiedo solo se è vero che una squadra gioca martedì e domenica e l'altra mercoledì e sabato: se è falso ok, altrimenti devi ammettere che è la verità. Bisogna fare analisi serie», aggiunge.
Mourinho precisa che «non mi sono lamentato del calendario dopo il pareggio col Deportivo e quindi dopo un risultato negativo. L'avevo fatto prima e chi dice il contrario mente. Viviamo in un mondo un tantino ipocrita. Preferisco essere il sacco della boxe, colpito da tutti i codardi riuniti. Sono nato e cresciuto così e sarò sempre così, con la testa alta. Non ho paura di dire la verità», prosegue. Poi parla anche del Real Madrid: «In altri club c'è una strategia di comunicazione e il tecnico sta tranquillo. Qui solo io vado in conferenza stampa e solo io ci metto la faccia».
La chiusura è dedicata al caso Kakà, ancora lontano dalla forma migliore e di nuovo al centro di voci di mercato. «Quando Kakà è tornato si è parlato di uno stop di 6 mesi. Sarebbe stato meglio dire che si è trattato di un infortunio lungo un anno e mezzo. Perchè è un anno e mezzo che Kakà non è al suo livello per problemi fisici, che non gioca senza dolore. Non mi aspetto certo che al rientro tornasse subito ai livelli di quando era nel Milan. Bisogna avere pazienza e lasciare che migliori senza nessun tipo di pressione».
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