L'associazione invita il social network ad alimentare i data center con energia pulita. E tenta la scalata al record.
Greenpeace non ama Facebook: le ragioni non sono però da cercare in perplessità sulla gestione della privacy degli utenti, manell'inquinamento prodotto dal social network.
Anche se è un sito web - e dunque immateriale per definizione - Facebook ha dietro di séconcretissimi serverche svolgono tutto il lavoro: tali server, radunati nei datacenter della società, richiedono molta energia.
Secondo i dati di Greenpeace, il 55% dell'elettricità consumata da Facebook è stata generata dal carbone; Yahoo e Google, tanto per fare un confronto, si affidano allo stesso combustibile solo per il 12,7% e per il 34% rispettivamente.
"Alimentando i suoi computer con energia sporca, Facebook si piazza dietro a Google e Yahoo, che stanno dando la priorità alle rinnovabili" spiega Andrea Boraschi, di Greenpeace Italia.
Così, l'associazione ha deciso di sfidare il social network ad annunciare un piano di transizione all'energia pulitaentro il 22 aprile 2011, Giornata Mondiale della Terra.
Per sottolineare la serietà del proprio intento, Greenpeace ha dato il via adue serie di iniziative: reali e virtuali.
Tra le prime s'iscrive anche quella che ha avuto luogo in Italia, a Milano, dove la piazza del Duomo ha ospitato una manifestazione organizzata all'insegna del motto Facebook, ci piaci verde.
Nessun commento:
Posta un commento