(Il Romanista - D.Giannini) - E’ ripartito. Luis Enrique ha lasciato la Capitale alle 21.30 con un volo diretto a Barcellona. E’ rientrato a casa, o meglio a quella che sarà casa sua ancora per qualche settimana. Perché poi il suo mondo, la sua nuova vita sarà a Roma e ancora di più all’interno delle mura di Trigoria.
Un mondo che il tecnico spagnolo ha imparato a conoscere nei suoi primi due giorni romani. Trentasei ora intense, nelle quali Luis Enrique ha avuto modo di incontrare dapprima il nuovo ds Walter Sabatini, poi Francesco Totti e poi Franco Baldini. Fin qui la giornata di venerdì, quella delle firme definitive sul contratto (sono arrivate anche quelle dell’avvocato Venturini). Ieri però la "full immersion" giallorossa è proseguita. Dopo colazione Lucho ha avuto modo di incontrare anche l’altra colonna della squadra: Daniele De Rossi. Qualche minuto per conoscersi, per capire e per capirsi. Per condividere la stessa voglia di fare una grande Roma. Poi è tornato a pianificare insieme al ds le strategie per il futuro e da lui si è fatto un po’ spiegare la piazza romana. Non c’è stato il vertice di mercato, ma si è parlato soprattutto degli aspetti organizzativi di una stagione che è dietro l’angolo. Ci sono un’infinità di dettagli da mettere a punto e di quelli ci si è occupati. A partire dal ritiro. Confermato il desiderio dell’allenatore di allungarlo di qualche giorno. Manca ancora l’ufficialità, ma la nuova Roma si dovrebbe radunare a Trigoria il 9 luglio e rimanere lì per 3 giorni, che Luis Enrique utilizzerà per parlare molto con i suoi ragazzi, per spiegare il suo modo di intendere il calcio prima di cominciare a faticare sul serio. Quello avverrà dal 12, quando il gruppo partirà per Riscone.
Il tecnico si è portato dietro la fama di maniaco della preparazione atletica e del lavoro atletico e la conferma di questo suo approccio al pallone è arrivata dal fatto che il ritiro è stato allungato di una settimana circa. Dai 10 giorni previsti inizialmente si è passati a 17 per un totale (Trigoria compresa) di una ventina di giorni. Perché Luis Enrique ha intenzione di curare ogni minimo dettaglio e non solo della preparazione. Ha già dato dimostrazione di questo nelle sue ore al Fulvio Bernardini: ha osservato con cura la struttura e i campi da gioco, ha ricevuto un pacco di dvd con le partite della Primavera giallorossa e qualcuna degli Allievi da Walter Sabatini, col quale ha parlato anche dei metodi di allenamento. E si è occupato pure del cibo. Perché la prestazione passa anche attraverso un’alimentazione sana. Quella alla quale Luis Enrique, il maratoneta e triatleta, non rinuncia mai. Neppure ieri a pranzo quando si è preso una semplice pasta al pomodoro. Nel tardo pomeriggio ha lasciato Trigoria dove rimetterà piede a inizio luglio quando verrà ufficialmente presentato alla stampa da Thomas DiBenedetto. In quei giorni dovrà anche trovare casa prima di ripartire per Brunico. Ripartire, come ha fatto ieri nel tardo pomeriggio. Alle 19.30, in largo anticipo sulla partenza del volo, lui e il suo staff sono arrivati a Fiumicino, seguiti da vicino da giornalisti e fotografi. Allegri, disponibili. «In bocca al lupo» ha gridato qualcuno a De La Pena. «Crepi» ha risposto lui sorridente. E Luis Enrique? Lucho, con camicia blu a maniche corte e occhiali da sole calati sugli occhi si è avviato verso il suo gate, non prima di aver salutato tutti con un bel «Forza Roma». Per adesso può bastare. Per adesso, in attesa di «farvi emozionare».
Nessun commento:
Posta un commento